Ho scoperto la fotografia molti anni fa. All’epoca ero studente universitario e mentre studiavo ingegneria  decisi di iscrivermi  ad un corso di avviamento alla professione di fotografo organizzato dalla regione Lazio, grazie al quale appresi tutti i necessari rudimenti: dalle tecniche di ripresa e illuminazione allo sviluppo e alla stampa.
Finito il corso e ottenuto il mio bel diploma di fotografo acquistai la mia prima reflex e allestii una piccola camera oscura facendo ricorso a tutte le mie esigue finanze.
Fu la nascita di una passione incontenibile. Ovunque andassi avevo sempre con me la mia fotocamera e  molte sere le passavo stampando le foto scattate durante il giorno.
Inizialmente il mio mezzo espressivo prediletto era il bianco & nero e conservo ancora gelosamente molte delle foto da me stampate.
Scoprii la bellezza del colore quando iniziai a viaggiare e ad avventurarmi insieme alla mia compagna in luoghi lontani ed esotici. Ho gli armadi pieni di diapositive, alcune bellissime, molte altre che purtroppo stanno soffrendo l’ingiuria del tempo virando verso colori improbabili.
L’avvento del digitale segnò per me una riscoperta del piacere di fotografare. Svincolato dai limiti “quantitativi” determinati dall’utilizzo dell’analogico potei dedicarmi con maggiore enfasi alla sperimentazione di generi per me nuovi o solamente approcciati molto marginalmente in passato. La mia ultima scoperta è il cosiddetto paesaggio urbano, genere che sento molto vicino al mio modo di intendere la fotografia. La mia iscrizione all’associazione, avvenuta nel 2019. rientra appunto in questo rinnovato desiderio alla esplorazione di nuovi generi ed al confronto con altre persone animate dalla stessa mia passione per la fotografia.
Ritengo la fotografia una forma d’arte, un mezzo tramite il quale ognuno di noi può tentare di esprimere  la propria sensibilità e la capacità di vedere ed interpretare il mondo che ci circonda. Il mito della fotografia come qualcosa di oggettivo, capace di svelare la realtà in modo inconfutabile è stato messo in discussione già molti anni fa. In realtà ciò che mostriamo in una foto è solo la nostra parziale visione della realtà, influenzata dalla nostra cultura e dai nostri sentimenti.  A parer mio la perfezione tecnica (comunque imprescindibile in alcuni generi fotografici) è secondaria rispetto al contenuto comunicativo, è questo ciò che determina la fondamentale differenza tra una bella foto e una buona foto.